Premetto che sto parlando di una, se non la migliore, delle migliori birre al mondo.
Lo so che è come se parlando di calcio si volesse tessere le lodi del Barcellona dell'ultimo lustro.
Cominciamo quindi dal locale.
Ci troviamo allo Sherwood a Nicorvo (Pv) del mitico Nino Maiorano. Uno dei pochi posti, ancora rimasti, dove si può degustare la maggior parte delle buone birre esistenti con una buona scelta anche di artigianali italiane.
La storia della birra ve la risparmio (su internet trovate tutto e di più). Come sempre non sarà una scheda tecnica ma le impressioni di un umile bevitore.
Dopo aver ringraziato Nino che estrae dalla sua riserva la tappo 12 (Vol. 10,2%), la stessa mi viene servita nel suo bicchiere. Da grande ignorante quale sono scopro anche di non dover versare l'ultima parte, contenente i lieviti, se non a bicchiere vuoto senza sovrapporla a quella contenuta nel bicchiere.
Schiuma che non si lesina, fine persistente e color crema. Birra molto scura, sarà la luce del locale ma tra schiuma e colore uno potrebbe pensare di avere tra le mani una stout.
Al naso comincia la libidine. Leggero erbaceo, torrefatto, liquirizia, fruttato (frutta molto matura, a me ricorda la prugna). Al naso questi sentori non si sovrappongono. Ogni volta è un sentore diverso.
Anche in bocca ritroviamo tutto quello che abbiamo sentito al naso con in più un leggero caramello ed una sensazione liquorosa data probabilmente dal grado alcolico elevato.
Non stanca mai, ogni sorso è una scoperta. Il grado alcolico elevato si nasconde abilmente. Anche l'amaro, presente, si camuffa abilmente tra le mille sensazioni di questa birra.
Se non l'avete ancora bevuta (e la trovate), non potete perdervela.
Grazie Nino, ogni tanto un pò di questo nettare ci vuole.
Cervoisier : Alex Scalco
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